Che la guerra abbia inizio!

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    Il giorno tanto atteso ormai era arrivato. Akira assieme a suo zio, Rufus, avevano assistito loro malgrado ad ogni combattimento in cui i loro ormai ex compagni erano morti. Non erano riusciti a salvarli per quanto si fossero impegnati.. Rufus era uscito gravemente ferito come anche Akira, quest'ultimo si era salvato proprio perché l'unica donna del gruppo lo aveva difeso. Lui era troppo importante per poter morire in quel modo e per questo era meglio se fosse lui a sopravvivere anziché tutti loro.
    Akira non approvava minimamente questa loro mentalità, non sopportava vedere i suoi compagni venir uccisi soprattutto se si sacrificavano per proteggere lui per questo aveva preso una decisione e avrebbe compiuto il suo dovere in qualsiasi modo, anche a costo di rimanere ucciso in una delle tante battaglie. Dopo essersi persino dovuto scontrare contro il suo fidanzato che si era rivelato essere il figlio del capo degli Hector, Akira assieme allo zio aveva deciso che era ora di aprire un istituto e questo non era propriamente una scuola come poteva apparire dall'esterno. In questo luogo avrebbe allenato i figli dei suoi vecchi compagni rendendoli dei guerrieri affinché potessero difendere le pietre che gli erano state affidate e salvare così quel pianeta perché mai avrebbe permesso che un altro luogo facesse la fine di Rufure!
    Oramai era giunto il momento. Rufus si trovava davanti al portone dell'istituto in attesa dell'arrivo dei quattro giovani che da quel giorno in poi avrebbero dovuto convivere assieme a loro. Avevano predisposto tutto affinché non mancasse nulla, a questo ci aveva pensato Akira in persona mentre l'uomo si preoccupava di sistemare altre cose come, per esempio, il permesso di occupare quel terreno e via dicendo.. insomma lui doveva stare dietro alle scartoffie. A parte questo ai quattro ragazzo poteva apparire strano il fatto che erano gli unici che sarebbero rimasti lì, a differenza degli altri istituti infatti quello era fatto appositamente per quelli della loro razza, nessun altro!
    Non appena vide i giovani avvicinarsi si allargò in un leggero sorriso facendo qualche passo avanti. Si schiarì la voce un po' perché ne aveva bisogno e un po' per attirare l'attenzione di tutti loro, allargò un poco le braccia e iniziò a parlare benvenuti miei giovani ragazzi. Io sono Rufus il direttore di questo posto. Sappiate che ora che siete giunti non potete più tornare indietro. Il vostro futuro dipenderà da voi e dalla vostra prestanza sia fisica che mentale. Però.. non è questo il luogo adatto per parlare di queste cose, avanti seguitemi e che la fortuna vi assista! Affermò con tono solenne e tranquillo prima di voltarsi e aprire il grande portone che stava dietro di lui incamminandosi all'interno. La porta si sarebbe chiusa automaticamente nel momento in cui il quarto e ultimo dei ragazzi l'avesse varcata.
     
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    Era arrivato in quello strano posto grazie al padre che ce lo aveva accompagnato. Era conscio del fatto che ci fosse qualcosa che non andava in tutta quella faccenda, non era stupido e c'erano troppe coincidenze strane anche se mai avrebbe potuto immaginare cosa lo aspettava. Prima di lasciarlo, il padre, gli aveva raccomandato di non combinare disastri ed evitare di far uscire di senno chiunque gli rivolgesse la parola, cosa che Cain trovava piuttosto difficile visto che a lui veniva così naturale da non rendersene nemmeno conto quasi. Per rassicurarlo, però, glielo aveva promesso così come aveva fatto per quanto riguardava il non cacciarsi nei guai o quant'altro.
    Di lì a qualche minuto giunsero anche delle altre persone, ci mancava solo quella. Li osservò un po' e.. non gli interessavano, li trovava insulsi e poi non erano affari suoi chi ci fosse con lui, bastava che lo lasciassero in pace, non per nulla si voltò dall'altra parte come per non vederli mentre infilava le mani nell'abito che portava sempre e che gli copriva buona parte del viso. Voleva sapere chi li avesse radunati lì, perchè era indubbio che anche quei tipi fossero lì per un motivo.Non li fecero aspettare visto che, appena si avvicinò ulteriormente alle porte dell'edificio vennero accolti da uno strano tizio. Rimase a fissarlo a lungo nemmeno lo stesse squadrando da capo a piedi; era sospetto e molto anche. Cos'è un film catastrofico questo? domandò anche se non si aspettava una vera e propria risposta però se uno parlava a quel modo era sicuramente la prima cosa a cui uno avrebbe potuto pensare. Comunque fosse non aveva motivo per tornare indietro, aveva altro per la testa e se veramente aveva la possibilità di imparare qualcosa di utile ne avrebbe approfittato. Entrò subito dietro al vecchio guardandosi attorno appena entrato nella sala e si voltò solo un secondo sentendo le porte chiudersi alle loro spalle. Sembrava quasi una scena da film dell'orrore, ma quella se la tenne per sè e comincio, invece, a girovagare lì dentro. Anche se gli avessero parlato avrebbe ascoltato, mica servivano le orecchie per camminare ed erano tutti capaci di camminare e ascoltare allo stesso momento, quindi non se ne preoccupò troppo.
     
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  3. kirikirimai
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    Si era svegliata male,molto male. Quel giorno avrebbe dovuto cominciare a frequentare una scuola diversa rispetto a quella che aveva scelto lei personalmente nella sua città e dove si stava impegnando davvero molto per ottenere voti eccellenti. Tutto a causa di un ''colpo di testa''da parte della madre. Ovviamente non essendo Naru stupida e poco sveglia,aveva compreso che dietro alla decisione della madre si celassero dei motivi seri e ben precisi,ma non ci voleva pensare sia perchè era ancora troppo arrabbiata con lei dopo quella sua imposizione,sia perchè non era nel suo carattere insistere troppo con qualcuno quando questo non voleva parlarle di sua spontanea volontà.
    Dopo un viaggio molto lungo finalmente le due arrivarono all'istituto e,una volta assicuratasi che la ragazza era al sicuro,la donna la lasciò con i suoi compagni sperando solo che riuscisse ad andarci un po' d'accordo senza litigare troppo con loro.
    Non c'era dubbio che tutta la faccenda fosse assurda,dove si era mai vista una scuola con così pochi iscritti? Quella era uno delle tante perplessità che affliggevano Naru in quel momento,ma preferì aspettare prima di saltare a delle conclusioni sbagliate. Nonostante tutto però non potè trovare strane le parole dell'uomo che aveva accolto lei e gli altri tre ragazzi. Ascoltò l'uomo che parlava per un lungo periodo prima di sospirare sconsolata scuotendo il capo.
    Ci capisco sempre meno,maledizione.... borbottò limitandosi a varcare la porta della struttura non potendo fare molto diversamente.Dopo tutto quello che aveva combinato la madre oramai aveva le mani legate e la sua unica possibilità per andare avanti era sopportare e continuare a darsi da fare anche in una scuola diversa rispetto a quella che frequentava precedentemente,non le importava fare amicizia o chissà che...per lei contava solo il profitto scolastico anche se ancora non sapeva che quella che si apprestava a cominciare non era una scuola come tutte le altre solite. Lo avrebbe capito ed imparato col tempo
     
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    Rin quel giorno si era svegliato con una fame terribile e non era riuscito a dormire nemmeno troppo bene per via del suo stomaco che brontolava di continuo, alla fine si era alzato e nemmeno fosse stato uno zombie piuttosto che un vampiro ed era arrivato al frigorifero pieno di sacchetti di sangue che proveniva dai prelievi destinati alla loro specie, prese il primo a caso e ci infilò dentro una cannuccia, non poteva sempre rimanere a secco se no rischiava di perdere la testa! La cosa brutta di casa sua era che dalla scomparsa del padre tutti i cibi umani erano spariti totalmente dalla circolazione soppiantati da quei sacchetti un pochino macabri.
    Quello era il fatidico giorno dove doveva partire per l'accademia...era un pochino insicuro sulla scelta della madre ma per lui non faceva molta differenza stare in un posto o in un altro, la sua sacca era già pronta dalla sera prima e ci doveva mettere solo qualche porzione di sangue almeno per una settimana e qualche buon libro, con qualche ovviamente lui intendeva almeno una decina perché se no non riusciva a sopravvivere.
    Sua madre doveva laorare que giorno quindi quando entrambi uscirono le diede un bel bacio sulla guancia e poi prese il treno per andare alla famosa accademia, quando arrivò trovò già lì delle persone così insicuro si avvicinò O-Ohayo... disse tranquillo sistemandosi la sacca in spalla e la camicia che sua madre in pratica gli aveva incollato addosso per fargli fare una buona figura, proprio non riusciva a portarle quelle cose! Si domandò perché lì ci fossero così poche persone...non aveva molto senso però non faceva differenza per lui anzi era meglio così c'erano meno persone che poteva rischiare di mordere per sbaglio.
    Ascoltò attentamente quello che disse un vecchio signore, a dire la verità l'unico, e rimase un pochino colpito dalle sue parole...non è che si ascoltava tutti i giorni un che parlava così forbitamente e soprattutto con quell'alone di mistero dietro! La cosa cominciava a divertire il vampiro che adorava le storie di qualsiasi tipo. Seguì tutti dentro e si voltò di scatto quando le porte si chiusero da sole, non poteva essere! Era impossibile che lo facessero senza qualcuno che le muoveva! Tutto era troppo strano!
     
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    Per un certo verso, era una fortuna avere due personalità distinte. Quando era andata a dormire, infatti, era in quella più buona e tranquilla e fu proprio grazie a lei che riuscì a dormire senza problemi. Se fosse stato per l'altra personalità, probabilmente si sarebbe agitata tutta la notte nel letto, non vedendo l'ora di partire per raggiungere la nuova scuola dove la madre l'aveva iscritta.
    Appena fu mattina aprì gli occhi e corse giù per le scale di casa, riuscendo persino a non cadere, e si andò a sedere al tavolo mentre la madre, ridendo divertita, le serviva la colazione che fu presto mangiata dalla ragazzina.
    Era decisamente curiosa di vedere che tipo di scuola fosse.. Sua madre ne sembrava entusiasta ma non aveva voluto dirle niente, se non che era per i ragazzi speciali come lei, messaggio che in realtà non aveva compreso. Che intendeva per ragazzi speciali? Bhé, l'unico modo per scoprirlo, a quel punto, era proprio andare a scuola. Non era propriamente felice di tornare a sedersi fra i banchi visto che avrebbe preferito fare tutt'altro come, per esempio, dormire. Probabilmente però era una fortuna che Yami fosse così curiosa, altrimenti la madre non sarebbe mai riuscita a sbatterla fuori di casa! Ad ogni modo, dopo essersi preparata si mise lo zaino in spalla e si fece accompagnare all'edificio. Sembrava enorme e c'era già qualche studente li fuori. Era l'ultima?
    Raggiunse gli altri in poco tempo e quando il professore iniziò a parlare lo ascoltò perplessa. Sembra uno di quei discorsi per gli eroi. fece ricordandosi di aver visto qualche strano film in cui c'era una frase simile. La cosa strana era che gli alunni, compresa lei, erano solo quattro ma pensò che erano, come lei, i nuovi arrivati e visto che la scuola era già iniziata, quasi certamente gli altri erano già a lezione.
    Iniziò a camminare all'interno della struttura, seguendo gli altri ragazzi. Appena entrò la porta si richiuse alle sue spalle facendola sussultare leggermente. E' come nei libri dell'orrore.. pensò osservando la porta che si era chiusa praticamente da sola. Forse.. E' una scuola di super cattivi? si domandò con fare decisamente perplesso, scuotendo poi il capo.. Sarebbe stato assurdo!
     
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    L'uomo sorrise tra se e se divertito udendo i commenti di alcuni dei ragazzi senza però aprire bocca o provare a rassicurarli.
    Camminò lungo il corridoio buio che sembrava sempre di più quello di un castello maledetto per via dei quadri non poco inquietanti appesi alle pareti e la presenza di armature e statue dall'aspetto lugubre. Non era loro intenzione spaventare quei poveri ragazzi ma Akira aveva strani gusti e lo si poteva capire dall'arrendamento del luogo.
    Camminarono per dei minuti prima di giungere dinnanzi ad una porta. L'uomo l'apri e questa emise un'inquietante cigolio. Senza far caso a certi particolari Rufus continuò il suo cammino fino ad arrivare in fondo ad una stanza dove erano poste delle sedie e, seduto davanti ad un pianoforte che suonava c'era un ragazzo con il viso coperto a metà da una maschera, con quella luce soffusa presente nella stanza poteva parere un fantasia per via della carnagione pallida, i capelli argentei ed infine gli abiti bianchi che indossava. Accomodatevi pure su una delle sedie informò l'uomo facendo segno ai quattro ragazzi di sedersi mentre lui raggiungeva il giovane che imperterrito suonava, come se non si fosse accorto del loro arrivo.
    Rufus, una volta essergli andavo vicino, iniziò a parlare con lui a bassa voce mentre il ragazzo che ancora fissava lo spartito ascoltava e rispondeva distrattamente, come se in realtà non avesse sentito una parola di quello che l'uomo gli stava dicendo. Dopo un'ultima nota fermò le dita e si voltò finalmente nella direzione dei quattro ragazzi rimanendo in silenzio mentre suo zio gli diceva dell'altro. In quel momento, quando terminò di parlare, anche il ragazzo si alzò dallo sgabello e si portò davanti a loro.
    Vi lascio con lui, io devo fare una cosa molto importante. Non è cattivo anche se potrebbe sembrarlo, ci vediamo più tardi disse con un sorriso calmo, come per rassicurarli e poi se ne andò. In effetti Akira non aveva un aspetto molto amichevole a partire dallo sguardo che stava rivolgendo loro. Serio, pacato, inflessibile. Passarono dei secondi che parevano interminabili prima che questo decidesse finalmente di parlare. Per prima cosa mi presento. Sono Akira, ho il compito di istruirvi e insegnarvi tutto ciò di cui avrete bisogno per sopravvivere. Esatto.. ho detto proprio sopravvivere dal momento che, non so se l'avete capito, ma questa non è una scuola come sono sicuro che pensiate. Non è nemmeno un istituto a dirla tutta anche se noi lo denominiamo proprio così. Pertanto di principio non studierete matematica, storia, scienze, fisica e tutte quelle cose là che a mio avviso risultano inutili se si finisce per morire prima che ti possano tornare utile. Imparerete a difendervi, a combattere e soprattutto a controllare le vostre abilità iniziò a dire stando là in piedi davanti a loro con le braccia conserte mentre li fissava uno ad uno. Ebbene voi quattro avete qualcosa in comune. Uno dei vostri genitori, se non sbaglio voi tre avete perso il padre.. guardò Yami, Rin e Naru mentre tu la madre, giusto? Guardò infine anche Cain. è scomparso o almeno voi la pensate così, però è giunto il momento che sappiate la verità visto che loro.. sono morti da un po' di tempo ormai. Sapeva che forse avrebbe dovuto dirlo con più tatto ma non era nella sua natura inoltre non c'era un modo più dolce per dare una notizia simile, a lui stesso dava fastidio doverli informare visto che loro erano morti anche per difendere lui e, Akira, non era riuscito a fare niente per impedire che morissero.
    La causa della loro morte è stata una ed è proprio per questo che voi siete qua. Nel momento in cui avete iniziato a sviluppare delle abilità particolari che a voi sono sconosciute, siete stati presi di mira dagli stessi che hanno ucciso i vostri genitori. Questa è la ragione per cui siete stati obbligati a venire in questo luogo, senza un giusto addestramento nel momento in cui venite trovati, sareste morti all'istante e quella pietra che ognuno di voi porta con sé cadrebbe nelle loro mani. Questo non deve accadere per nessuna ragione. aggiunse con freddezza nel tono mentre si fermava per vedere se avevano qualcosa da dire, da chiedere o anche solo da lamentarsi.
     
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    Continuò a seguire l'uomo che li precedeva mentre si guardava attorno trovando quel posto arredato con dei gusti.. a dir poco assurdi, veramente chi lo aveva fatto avrebbe dovuto andare ad una lezione di: come arredare per meglio il proprio castello e renderlo accogliente.. cosa che quel luogo non era minimamente. Non fece, comunque, alcun commento a riguardo continuando la sua passeggiata come se non ci fosse nessun altro assieme a lui. Quando giunsero nella stanza, come era normale, il suo sguardo venne attratto dalla figura che stava seduta al pianoforte e lo esaminò attentamente mentre si accomodava ad una sedia e aspettava che qualcuno si degnasse di dargli una qualche spiegazione in merito visto che le cose si stavano facendo sempre più strane.
    Dopo che l'uomo se ne fu andato passò diverso tempo prima che l'altro tipo si mettesse a parlare, ancora un po' e si sarebbe anche addormentato. Prima che accadesse, però, riprese a parlare e così alzò lo sguardo su di lui. Non capiva bene cosa dicesse e di che pericolo parlasse, anche se era palese che quel posto non fosse per nulla normale. Quindi non rimase particolarmente sorpreso quando gli venne rivelato cosa avrebbero appreso non per dire.. ma non mi va mica di diventare un gladiatore rispose anche se alla fine non è che la cosa gli cambiasse poi così molto la vita a dirla tutta.
    Quando poi venne a sapere che sua madre era morta rimase ad osservare il ragazzo a lungo senza fare una piega, non era così stupido da non aver compreso cosa le era successo, quindi era da parecchio che ormai se n'era fatto una ragione; avrebbe preferito il contrario, ma era impossibile tornare indietro, al massimo poteva prendersela con colui che l'aveva eliminata, solo che a quel punto gli venne una domanda, ma aspettò la fine prima di porla. Più le cose andavano avanti più riusciva a dare una spiegazione a diverse cose, ma anche ci capiva sempre meno. Però aspettò la fine prima di parlare e quando gliene fu data la possibilità sospirò appena rivolgendo lo sguardo ad Akira.
    Io ho una domanda.. Se lei sa che loro sono morti e lo sa con estrema sicurezza e conosce anche tutto ciò che ci riguarda immagino che li conoscesse giusto? Ma non è questo che mi interessa ciò che voglio sapere è.. immagino lei fosse presente quando è accaduto, allora perchè è vivo e loro morti? chiese senza troppi problemi, era il quesito che più di tutti gli stava a cuore quello, più per sua curiosità che per altro. Da ciò che ha detto credo di aver compreso un paio di particolari che, nell'ultimo periodo mi assillavano. Noi, insomma, dovremmo combattere in quanto "sostituti" dei nostri genitori morti giusto? e tutto per questa pietra.. quindi immagino fosse tutto predisposto da tempo immemore che sarebbe finita così. Non che sia una cosa che mi interessi particolarmente, posso anche fare quello che mi dite senza tanti problemi,però voglio sapere: cos'è questa pietra? perchè la vogliono? e, soprattutto, di che abilità stai parlando? domandò senza scostare lo sguardo e solo allora rimase in silenzio in attesa di risposta.
     
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  8. kirikirimai
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    Non avendo assolutamente nessun motivo per fare la bastian contraria in quel momento si limitò a seguire gli altri senza fare una piega anche se la cosa non le faceva assolutamente piacere,in fondo...nemmeno conosceva quell'uomo che aveva accolto tutti loro all'ingresso e non si fidava proprio per nulla di lui anche se non era colpa dell'altro,quanto del suo carattere estremamente diffidente in certe occasioni.
    Cammina tranquillamente e senza il minimo interesse nel guardarsi attorno,il luogo poteva essere arredato nel migliore dei modi come poteva essere,al contrario,uno schifo assoluto,la cosa non sarebbe cambiata minimamente.Non erano affari suoi essendo,in quel momento,decisamente nervosa,per non dire furiosa,dopo il cambio di vita che la madre le aveva imposto così a priori e preferiva non aveva a che fare con qualcuno o qualcosa che le avrebbero causato ulteriore rabbia.
    Come l'ambiente poi anche il ragazzo che stava suonando il piano non la interessava minimamente e quando questo cominciò a parlare rimase del tutto in silenzio a lungo prima di sospirare,nemmeno lei,come Cain,aveva bevuto la stupida storiella del padre che se n'era semplicemente andato. Aveva semplicemente fatto credere alla madre che fosse così per evitare di avere ulteriori problemi e di conseguenza non ne era nemmeno rimasta così tanto sconvolta,quello che le dava davvero fastidio è che un estraneo si stesse impicciando così tanto negli affari suoi e della sua famiglia,le stava andando il sangue alla testa e non si sa come riuscì a trattenersi alla fine,aspettò giusto per educazione che quel tizio la finisse di parlare e solo a quel punto aprì bocca fissandolo.
    Come diavolo fai a sapere tutte queste cose di noi? domandò per nulla amichevolmente senza staccargli gli occhi di dosso restando in attesa di una risposta,del resto non le importava granchè dato che pensava che quel tizio fosse impazzito e che gli mancasse qualche rotella,senza contare il fatto che Cain aveva già posto tutte le domande che,se per caso fosse stata di buon umore,avrebbe usato lei per capire qualcosa di più su quella faccenda che sembrava sempre più strana ed assurda man mano che il tempo andava avanti. Cosa succederebbe se invece le pietre finissero nelle mani di questi ipotetici nemici che abbiamo? chiese di nuovo non riuscendo a trattenere quella domanda che le era venuta poco dopo avere posto la precedente
     
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    Sicuramente l'ambiente in cui sarebbero vissuti da quel giorno in poi non era dei più rilassanti visto che secondo il mezzo vampiro tutte quelle pareti scure piene di quadri assolutamente inguardabili dava a tutto un certo sentore di soffocamento che non gli piaceva nemmeno un po'. Evitò di lamentarsi a riguardo e continuò a seguire gli altri fin dentro una grossa sala dove si sedette non proprio tranquillo come gli venne detto di fare su una delle poltrone andando del tutto a caso, il ragazzo al pianoforte aveva un odore strano, non di certo quello di una preda anzi tutt'altro, se per un momento a Rin era venuta fame gli era passata all'istante. Rimase in silenzio per tutta la durata del discorso di quelle due persone strane non sapendo nemmeno se era il caso di muoversi e così magari correre il rischio di perdersi qualcosa.
    Rin rimase sempre più perplesso e abbastanza sconvolto man mano il discorso di quel ragazzo con la maschera davanti a loro andava a vanti, forse erano troppe notizie tutte insieme perché prima di spiccicare parloa aspettò qualche momento per ragionare attentamente. La questione di suo padre non gli era piaciuta per niente, certo si era fatto la ragione da molto tempo che fosse morto, in fondo le persone scomparse sono sempre morte dal suo punto di vista, però non era bello sentirsi spiattellare così in faccia e direttamente che non aveva più la possibilità di vederlo.
    Sentire che gli avrebbero insegnato magari anche a controllare i suoi attacchi di fame gli fece piacere e sorrise contento nonostante lui non si considerasse proprio una persona vogliosa di combattere per la storia del loro addestramento, difendersi ecc... lui era un vampiro al quale non piaceva fare del male nemmeno ad una mosca quindi sicuramente per lui si intravedevano delle giorante poco semplici.
    Le domande dei due ragazzi che parlarono prima di lui centrarono le sue domande principali e così lui si ritrovò a non sapere che dire Etto...non ci sono altri modi per non far trovare le nostre pietre? Cioè siamo solo degli adolescenti...non penso che nel giro di una settimana riusciremo a strapparti un capello, figuriamoci a solo scappare da qualcuno che ha ucciso i nostri genitori, vero? domandò osservando con calma quel tipo che si era presentato come Akira.
     
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    Al sentire le parole dell'uomo si accomodò su una sedia, osservando con curiosità l'ambiente circostante. Era un luogo di certo poco gradevole e molto particolare, ma beh, nel complesso tutta la struttura seguiva quella linea di design e non poteva di certo aspettarsi una stanza completamente diversa da tutto il resto. Spostò così la sua attenzione sul ragazzo che, appena furono "soli", iniziò a parlare, facendo un discorso alquanto lungo su tutta la situazione in cui lei, ed i ragazzi al suo fianco, si trovavano. Akira-San.. disse appena il ragazzo finì di parlare, aveva nominato suo padre, l'uomo che non aveva mai conosciuto, e poi parlava del ciondolo che custodiva così gelosamente che, appunto, gli era stato donato fin da piccolissima. Può parlarmi di mio padre? Chi era, cosa faceva e com'è morto? E poi, se sapevate che sono morti, perchè non avete fatto nulla? chiese con la foga di una figlia alquanto preoccupata per gli avvenimenti del suo caro genitore ormai defunto. Sul suo viso non c'erano segni di lacrime ma i suoi occhi erano diventati leggermente lucidi, anche se, grazie alla sua grande forza di volontà, riuscì ad andare avanti, anche perchè in quel momento era decisamente preoccupata per il resto del discorso. Si strinse un po' nelle spalle, evidentemente tesa, iniziando a rimuginare sul pensiero che qualcuno la potesse inseguire 24 ore su 24 con il precisissimo scopo di ucciderla. Non era di certo una ragazza con una forza fisica mostruosa e neanche in grado di difenderla un minimo, le sue abilità erano tutt'altre e sapere che dei tizi la seguivano.. beh la inquietava non poco! Ormai, non le restava altro da fare se non aguzzare tutti i suoi sensi ed ascoltare benissimo quello che il signor Akira aveva da dirle, probabilmente in quel momento le parole del ragazzo avrebbero potuto salvarle la vita.. L'unica cosa da fare ora era aspettare che l'uomo rispondesse, non solo alla sua domanda, ma anche a quelle degli altri che, sicuramente, non erano stupide.
     
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    Rimase ad osservare le reazioni di ognuno dei ragazzi presenti senza fare una piega. Erano indubbiamente una diversa dall'altra e per quanto lui fosse insensibile verso certe cose, poteva capire che per altri non lo fossero anche se c'era modo e modo di comportarsi. Nonostante tutto però mantenne il sangue freddo come gli era stato insegnato a fare da molto tempo. Avendo dato loro l'opportunità di fare domande le ascoltò tutte quante prima di decidere di rispondere altrimenti rischiava di confondere se stesso e confondere loro, quando il suo scopo era quello di chiarirgli le idee.
    E' esatto, li conoscevo e ero presente quando morirono. Confermò con tono calmo. Non gli piaceva ripensare a quei momenti ma purtroppo aveva detto che avrebbe risposto per quanto fosse doloroso anche per lui, ma non lo dava minimamente a vedere. Tenendo lo sguardo su Cain, inizialmente, e poi facendolo passare ad uno ad uno, tornò a guardare il ragazzo sono morti per proteggere me, la mia pietra e voi disse dopo qualche istante. La battaglia era dura e i nemici troppo potenti. Loro hanno messo il mio e il vostro bene, prima della loro vita sacrificandosi per far sopravvivere noi disse nella speranza che non gli venisse chiesto di raccontare passo passo tutto quello che era accaduto quella volta perché probabilmente avrebbe fatto fatica, ovviamente se gliel'avessero domandato però avrebbe fatto in modo di dare loro una risposta per quanto non fosse nelle sue intenzioni. Diciamo che in poche parole il concetto è quello. Queste sono pietre mistiche, se riunite possono sprigionare una potentissima energia che permette, a chi le possiede, di attingere al loro potere e fare ciò che più gli aggrada. il desiderio tipico è quello di governare il mondo o, per i più megalomani, la galassia. Capirete, perciò, che non è il caso che finiscano nelle mani sbagliate. Gli Hector sono alieni distruttori.. questa cosa risponde già alla domanda per cui loro le vogliono. Vogliono il potere per distruggere tutto quanto. Per quanto riguarda alle abilità in quanto voi mezzi alieni, possedete delle abilità che vi sono state tramandate dai vostri genitori, non so quali siano dovrete scoprirlo voi o, se già lo sapete, dirmelo.. così posso darvi una mano a controllarle. Posso farvi un esempio, comunque, per quanto mi riguarda io posseggo una forza incredibile e il fuoco non può ferirmi. Disse tanto per spiegargli cosa intendeva con "abilità particolari".
    Dopo aver risposto alle domande di Cain il suo sguardo si posò su Naru scaldarsi tanto non cambierà le cose, ne sei a conoscenza vero? Io non ho intenzione di discutere con nessuno di voi, pertanto sei pregata di mantenere la calma.. sto dicendo solo le cose come stanno e sto cercando, in modo pacifico, di chiarirvi le idee. Attaccarmi in questo modo non è necessario.. si può parlare con calma. Disse schietto e freddamente. Capiva tutto quanto, anche il nervosismo e l'irritazione che provava, ma ciò non toglieva che era inutile prendersela con lui in quel modo comunque sia.. la ragione per cui so queste cose di voi è perché, appunto, ho conosciuto i vostri genitori anche quelli non alieni, perchè sono stato io a decidere di creare quest'istituto per impedire che voi moriate o veniate attaccati dagli Hector e per proteggere questo mondo oltre a molti altri spiegò nuovamente facendo un respiro profondo mentre incrociava le braccia al petto avvicinandosi alla finestra guardando all'esterno il cielo che si stava pian piano annuvolando se finissero nelle loro mani.. noi, i vostri cari, tutti quanti spariremo dalla faccia della terra come è accaduto alla mia gente si voltò nuovamente verso di loro e visto che io.. anzi no, che noi abbiamo il potere di evitarlo, non permetterò che succeda di nuovo! Affermò con fermezza nel tono, per questo non avrebbe permesso loro di andarsene e rifiutarsi di collaborare anche perché per quanto fosse sicuro quel luogo, rischiavano comunque di subire degli attacchi ogni tanto e dovevano essere pronti.
    Dopodiché si voltò verso Rin e sospirò alle sue parole scuotendo il capo se ci fosse stato un altro modo non vi avrei mai coinvolti. Il mio desiderio è quello che possiate vivere in pace, ma purtroppo non è così. Se non vi avessi fatti venire anche la vostra famiglia, i vostri amici e tutti gli altri che vi conosco avrebbero rischiato di morire. Voi siete il loro bersaglio, come lo sono anch'io, combattere è l'unico modo per poterli fermare e impedire che abbiano le pietre si grattò leggermente la testa alle sue parole successive scuotendola poco dopo io non ho mai parlato di una settimana, il vostro addestramento durerà fin quando non sarete pronti. L'età non conta, io ho iniziato ad allenarmi quando avevo dieci anni.. ero ben più giovane di voi, ho visto cose che voi nemmeno potete immaginare pertanto, sapendo i pericoli che correte, farò in modo di addestrarvi e di permettervi di avere la forza necessaria per difendere voi e chiunque altro rispose nuovamente cercando di essere chiaro questa volta. Non gli piaceva obbligare la gente a fare cose che non voleva, ma ora doveva farlo per forza altrimenti erano tutti fritti.
    Il suo sguardo, infine, si posò sull'ultima rimasta, Yami. Tuo padre era un uomo valoroso e tenace, forte, niente lo scoraggiava e guardava sempre al futuro, non si è mai pentito di niente o meglio, solo una cosa lo ha rattristato, non poter conoscere te. Il suo desiderio più grande era che tu e tua madre foste al sicuro e che tu divenissi una ragazza forte sia caratterialmente che psicologicamente, voleva che vivessi e per questo quel giorno ha sacrificato la sua vita. Siamo stati attaccati dagli Hector all'improvviso, non eravamo pronti e per questo la battaglia fu davvero dura. Sospirò pesantemente al ricordo di quel momento ma visto che gli era stato chiesto com'era morto.. doveva raccontarglielo lui del gruppo era quello che teneva alto il morale di tutti quanti. Purtroppo però quel giorno le cose non andarono come lui sperava. Dopo l'attacco riuscimmo a nasconderci per qualche tempo, ma ci volle poco prima che venissimo ritrovati. Eravamo finiti in un vicolo cieco e lui si sacrificò per permetterci di scappare. Aveva un solo potere e non l'aveva mai usato perché era a doppio taglio. Lui si è fatto esplodere coinvolgendo i nemici nei paraggi, è riuscito a ucciderne molti e ferirne gravemente alcuni, nessuno ne è uscito illeso.. il suo sacrificio ci ha permesso di scappare spiegò sospirando subito dopo mentre tornava a guardarla negli occhi, bene o male anche gli altri erano morti per permettere ai compagni di scappare o di salvarsi non è che non abbiamo fatto niente, non abbiamo potuto fare niente. Non sai quanto sia frustrante per me e per Rufus, siamo stati gli unici sopravvissuti, abbiamo visto tutti gli altri morire, se avessi potuto avrei fatto in modo che fossero ancora qui. Per questo ora voglio proteggere e aiutare voi, perché non ho intenzione agli Hector di uccidere ancora altre persone. Terminò di dire stringendo la mano in un pugno. Aveva ancora molto altro da dire, ma preferì attendere che queste questioni terminassero altrimenti a furia di parlare tutto d'un fiato come stava facendo, avrebbe perso la voce.
     
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    Ascoltò tranquillamente ciò che tutti lì dentro stavano chiedendo visto che alla fine potevano interessare anche a lui qualcuno di quei particolari. Quando Akira gli si rivolse personalmente rimase ad osservarlo annuendo di tanto in tanto capisco.. cominciò a dire abbassando lo sguardo a terra prima di rialzarlo e puntando gli occhi in quelli dell'alieno allora tu devi essere qualcuno di importante.. da come parla sembra che lei sia fondamentale per questa guerra più di quanto non lo possa essere quel vecchio che ci ha lasciati qui. Probabilmente è perchè lei è l'unico che può possedere la pietra immagino.. però non capisco una cosa non potreste semplicemente distruggerle? chiese a quel punto. Aveva ben compreso che non ci fossero, in realtà, altri modi per evitare che quelle sfere finissero nelle mani sbagliate, ma per uno che era finito lì senza sapere cosa lo aspettava era alquanto dura pensare che veramente non si potesse fare altro.
    Prese poi la sua pietra osservandola pensieroso Non credevo che una cosa tanto piccola potesse creare tanti problemi. Per quanto mi riguarda posso anche dare una mano nella vostra “missione”, anche se non credo di poter essere molto d’aiuto o, per lo meno.. e prima di dirlo alzò lo sguardo su Akira non lo farò se non lo riterrò necessario e se lei non mi dimostrerà di essere quello nel giusto aggiunse visto che in fondo non sembrava nemmeno strano che provasse a convincerli che era lui quello buono quando in realtà non lo era. Non ho nessuno di particolare che voglio proteggere, se escludiamo mio padre ovviamente, ma non credo di essere una persona che ha problemi a cambiare fazione quando più lo ritiene opportuno.. quindi se non ho una prova concreta credo me ne andrò anche se ha detto il contrario affermò convinto Inoltre vorrei capire come possiamo sapere se noi abbiamo abilità o meno? chiese allora.
    In quel momento, però, sentì una delle ragazze che si alterava e sbadigliò ho già capito chi sarà il primo a morire o farci morire tutti aggiunse senza nemmeno prestare uno sguardo a Naru mentre si appoggiava con la testa sul gomito che, a sua volta, aveva appoggiato sul tavolo. Allo stesso modo fece quando parlarono Rin e anche Yami, la sua attenzione era tutta concentrata su Akira che osservava senza perdere minimamente d’occhio nemmeno cercasse di vedere se riusciva a scoprire qualcosa in più su di lui.
    Io dovrei combattere e allenarmi con loro? domandò alla fine visto che.. era contrario a quell’idea visto che lui non sapeva collaborare e nemmeno voleva farlo se era per quello.
    Rimase in silenzio per un altro po’ di tempo riflettendo su ciò che Akira aveva detto e alla fine si rimise dritto sulla sedia
    Ho deciso che, per adesso, potrei anche fidarmi, quasi, di te.. dopo ciò che ho potuto notare.. però solo una cosa si alzò in piedi e puntò lo sguardo sull’alieno Non mi va di essere trattato come un arma né, tanto meno, come qualcuno che ha solo bisogno di essere protetto; conosco o conoscerò i miei limiti e se vorrò superarli sarà una mia decisione anche se questo potesse portarmi alla morte. Non avrebbe cambiato idea facilmente su quell’argomento, perciò preferì specificarlo giusto perché si sapesse come voleva comportarsi lui.
     
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  13. kirikirimai
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    Odiava quel posto. Ad ogni secondo che passava e ad ogni parola che udiva provenire dalla bocca di Akira si irritava di più anche se questo le aveva detto di stare calma. Ma non ce la faceva proprio anche a causa di quel maledetto tono decisamente arrogante ed altezzoso,come se il ragazzo che aveva davanti si ritenesse al di sopra di tutti loro. Come si permetteva di trattarli in quel modo? Sembrava che fossero li per fargli un piacere e la cosa non le piaceva affatto in fondo non era qualcosa che gli dovevano. Aveva sempre mal sopportato quegli atteggiamenti e anche in quel momento la storia non era poi molto diversa. Nonostante tutto provò un secondo a calmarsi,facendo un respiro profondo sebbene restasse ancora sulla difensiva. In fondo nessuno poteva dire con precisione se la storiella che aveva raccontato loro era vera. E se il nemico di cui parlava fosse proprio lui? Non poteva fidarsi così senza avere prima delle certezze. Parlare in questo modo non ti aiuterà di sicuro a migliorare le cose. rispose semplicemente a quel punto e con un tono a sua volta freddo. Non avrebbe mai collaborato con un megalomane del genere,piuttosto avrebbe distrutto la sua pietra nel peggiore dei casi pur di non darla vinta a quel tizio. Anche se al resto delle parole il sangue le si gelò nelle vene non potendoci credere Capisco...se è così...potrei anche pensare di lottare per un po' con voi,non voglio morire e non voglio nemmeno che le persone a cui tengo facciano la stessa fine quindi considerami pure parte del gruppi per qualche tempo...anche se questo di sicuro non vuol dire che io ti accetto e ti rispetto... il ragazzo che aveva davanti non le piaceva per nulla al mondo a causa dell'impatto iniziale che di sicuro non era stato uno dei migliori,come anche quello di Cain che aveva bellamente ignorato visto che non le interessavano le parole di un estraneo qual'era
     
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    Rin annuì alle parole del ragazzo con la maschera tristemente, non era per niente bella la situazione in cui si trovavano tutti però ognuno sembrava perso per i fatti propri a lamentarsi e non era una cosa positiva se quello che diceva il ragazzo davanti a loro era vero, non ci vedeva altre vie di uscita se non accettare di combattere prendendosi le proprie responsabilità, nonostante tutto credeva di avere davvero poche chance di riuscire a combinare qualcosa...se non faceva un pasto completo uccidendo qualcuno come "pasto sacrificale", cosa che non ci teneva assolutamente a fare, non sarebbe mai riuscito a sopravvivere con le riserve di sangue che si era portato dietro per più di tre giorni al massimo con gli allenamenti.
    Etto...io avrei dei problemi con gli allenamenti e per i pasti. Come faccio? domandò, al momento era quella la sua priorità, non le pietre, non il padre o il resto, prima doveva pensare a come sopravvivere e poi si sarebbe preoccupato di come andare avanti con tutta quella storia che era caduta sulle loro spalle da un giorno all'altro così all'improviso come una secchiata d'acqua gelata in faccia.
    Comunque potete considerarmi dei vostri, è meglio stare qui per me che comunque a casa disse infine dopoa ver osservato prima in silenzio i suoi nuovi compagni di avventura seduti accanto a lui che sembravano tutto fuorché simpatici e spassosi oltre che collaborativi per un certo verso.
     
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    Era rimasta ad ascoltare con attenzione le parole del ragazzo con la maschera. Era sicura che facesse fatica a parlare di cose così spiacevoli, tuttavia non era riuscita a trattenere la propria curiosità e non se ne sentiva nemmeno incolpa. Era un suo diritto sapere che fine aveva fatto suo padre. Alla sua storia spalancò leggermente gli occhi rimanendo in silenzio per parecchi istanti prima di annuire leggermente. Grazie. rispose con un lieve sussurro prima di iniziare a riflettere sulle parole del ragazzo pronunciate poco prima ma anche se quelle dei suoi compagni. In quel modo si fidava del tipo dai capelli bianchi! Sicuramente l'altra sua personalità non sarebbe stata d'accordo ma erano stati fortunati a conoscerla con la sua personalità più dolce ed allegra.
    Se dici la verità puoi considerarmi nel tuo gruppo.. Non lascerò che mio padre sia morto invano. rispose con un bel sorriso prima di voltare leggermente il viso verso gli altri.. Non sembravano granché simpatici. Tornò poi a guardare il responsabile della loro riunione e così lo guardò pensierosa. Abilità? chiese iniziando a riflettere.. C'erano degli strani avvenimenti di cui avrebbe dovuto metterlo al corrente ma era necessario farlo subito? Anche dopo quello che aveva detto Cain? Se quel tipo cambiava idea così facilmente allora sarebbe stato pericoloso rivelare certe cose davanti agli altri, ancora così insicuri sul da farsi.
    Oh.. Io soffro di disturbo di personalità, spero non sia un problema. si premurò di aggiungere con leggera incertezza nel tono, visto che sebbene accadesse in situazioni precise, non poteva minimamente controllarli o imparare a farlo.
     
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102 replies since 19/3/2014, 16:22   889 views
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